31 MARZO 2016
“ A 70 anni dal voto le donne rileggono la Costituzione”
Scoletta dei Calegheri Venezia
Come ogni anno
il Centro Donna Servizio Cittadinanza delle Donne e Culture delle
Differenze del Comune di Venezia promuove Marzo Donna. Marzo Donna 2016 è particolarmente ricco : ben
61 iniziative , le più varie. Ringraziamo il Comune di Venezia e in
particolare Gabriela Camozzi ,
responsabile del Centro Donna, sempre attenta ad ascoltare le voci e le
proposte delle donne del territorio.
Prima di iniziare la nostra chiacchierata vi
propongo la visione di un breve video che apre al tema dell’incontro: “ in contropiede le donne rileggono la
Costituzione “
Vi abbiamo invitate , noi donne del comitato
SNOQ di Venezia e M.T. Sega, la
presidente dell’associazione rEsistenze, per parlare di Costituzione in un
momento in cui di Costituzione si parla molto e con toni accesi .
Il
Coordinamento per la democrazia costituzionale ha avviato una campagna
nazionale, con la formazione di comitati in ogni provincia italiana, per la
raccolta di firme in vista del referendum confermativo che potrebbe tenersi nell’autunno del 2016.
E allora perché questo incontro , che cosa ci aspettiamo da questa chiacchierata di oggi
, che vedrà il fondamentale contributo delle due relatrici di chiara fama ed
esperienza.
La Costituzione è stata scritta 70 anni fa.
Nel 1946 le donne esercitarono per la prima volta in
Italia il diritto di voto.
Tina Anselmi, prima ministra donna così ricorda il 2
giugno 1946 “…. Le italiane , fin dalle prime elezioni, parteciparono in numero
maggiore degli uomini, spazzando via le tante paure di chi temeva che fosse
rischioso dare a noi il diritto di voto, perché non eravamo sufficientemente
emancipate”.
Vennero elette le prime parlamentari italiane.
21 donne, le
nostre madri costituenti , entrarono nell’Assemblea Costituente e 5 di loro
fecero parte
della Commissione dei 75, incaricata di elaborare la
Costituzione.
Tra loro Nilde Jotti, prima donna ad essere eletta
30 anni dopo presidente della Camera e già da allora … 70 anni fa !..... in
lotta per il riconoscimento delle famiglie di fatto.
Tra loro
Teresa Mattei, battagliera, caparbia, morta di recente. Non si stancò mai di
“pedalare” anche se viene ricordata più per la mimosa che per le sue battaglie.
Come è per Teresa Noce.
Riconoscere
il ruolo di queste donne è il primo passo per porci le domande che seguono.
E partirei da quelle che Mariella Gramaglia, figura
indimenticabile del femminismo italiano da poco scomparsa, rivolge a Lidia
Ravera in una chiacchierata tra amiche: Chi sono le donne di cui parla la
Costituzione? Ci somigliano? Ci piacciono? Non credi che la Costituzione per
noi, per noi donne, sarebbe da riformulare? E continua “ a noi donne la
Costituzione , il nostro contratto sociale della contemporaneità democratica,
interessa. E molto. Non solo perché ricordiamo con commozione e deferenza le 21
pioniere che hanno contribuito a scriverla e sobbalziamo ogni volta che
qualcuno parla di “ padri costituenti”, ma perché pensiamo che, benché redatto
da una schiacciante maggioranza di uomini, questo contratto ci riguardi, segni
dei perimetri di diritto che ci stanno a cuore, che almeno parzialmente ci
includono”.
Da quelle riflessioni condivise con donne
professionalmente diverse ,un’ avvocata, una costituzionalista, una filosofa,
scrittrici, teoriche del pensiero della differenza, è nato un incontro pubblico
“ In contropiede- le donne rileggono la
Costituzione” a Roma nell’ottobre del 2014 firmato da Se Non Ora Quando - Factory , un incontro che
voleva esprimere l’esigenza di ri-leggere il testo fondativo della nostra vita civile, in particolare
rileggere gli articoli 3,22,29,37,51 a partire da un nuovo punto di vista: la vita
delle donne. Il femminismo si era già interrogato e anche numerose donne in
ambiti diversi si erano poste queste domande. E oggi ci sembra un buon momento
per riaprire un confronto, un ragionamento.
Noi del comitato Senonoraquando Venezia abbiamo letto il piccolo testo che raccoglie
quanto è stato detto quella mattina di ottobre. Ci siamo appassionate e
interrogate e abbiamo riflettuto sul fatto che le madri costituenti , 21 su 535
uomini, si sono trovate ad affermare uguaglianza e pari dignità tra uomini e
donne in presenza di leggi profondamente discriminanti nei confronti delle
donne.
Ma abbiamo anche considerato che la vita delle donne
è molto cambiata dal ’48.
E’ cambiato il nostro Paese. La lotta delle donne ,
le nostre lotte, lo hanno cambiato. E’ cambiata la società, i costumi e la
cultura .
E allora le
domande:
Siamo ancora soggetti da proteggere e tutelare?
Vogliamo ancora una uguaglianza che cancella le
differenze? Siamo disposte a essere separate dal nostro
corpo sessuato per essere uguali? Uguali a chi?
Vogliamo ancora che le condizioni di lavoro della
donna lavoratrice devono “… consentire l’adempimento della sua essenziale
funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata
protezione” ? come recita l’articolo 37
Ci va bene che si parli ancora di diritti della famiglia come società
naturale fondata sul matrimonio? Art.
29… … e ancora altro ….. quando si parla del diritto al
nome in assenza del cognome materno. I figli, le figlie ancora non portano il
nome della madre.
..poi la rappresentanza politica … la Costituzione
ha posto fine alla discriminazione sul piano normativo, ma non è riuscita a
realizzare una effettiva parità. Le resistenze maggiori sono tuttora nel campo
della politica, non è più questione di norme.
Sono 5 gli articoli su cui ci interroghiamo e il
cammino percorso si misura dalla
distanza fra oggi e ieri .
La giurisprudenza nel frattempo ,nel ritardo della
politica, si è occupata di come i
principi scritti sulla carta si sono trasfusi nella legislazione.
Chiediamo
alle nostre ospiti delle risposte ben sapendo che non tutto oggi si potrà dire
ma usciremo da questo incontro, sono sicura, con suggerimenti di riflessioni ,
con nuove conoscenze che ci permetteranno
di continuare a ragionare su questi temi.
Quando
parleremo di famiglia,di unioni civili, di cognome materno e cognome maritale,
di pari opportunità , di democrazia paritaria, di lavoro, di conciliazione tra lavoro e famiglia, di
condivisione , sapremo da dove siamo partite , cosa c’è stato nel tempo che ci
separa dal ’48 , dove siamo oggi e dove stiamo andando e forse anche dove
vogliamo andare.
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