ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA LAURA BOLDRINI
Slavica Alessandra Michela
Federica Kamaljit Maria Teresa
Sara Anna Deborah
Natalia Michela Mariangela
Annalisa Assunta Emilia
Liliana Liliana Moira
Franca Monica Sabina
Rosa Laura Mirella
Mariana Gisella Maria
Rodica Anna Maria Marianna
Larisa Mirella Marinella
Luana Anna Nerina
Patrizia Isabella Gloria
Nelly Nadia Ashley Bonaria Katia
Marina Gemma
E siamo solo al 16 giugno.
Non ci sono parole per esprimere
lo sconforto, l’indignazione, la frustrazione anche, che si fanno presenti come
sentiamo l’ennesimo aggiornamento. Ma non ci diamo per vinte. La nostra prima
campagna di sensibilizzazione è stata MAI PIU’ COMPLICI.
E’ ancora valido quello che
dicevamo quando il termine femminicidio
non era così drammaticamente accettato. Ora di femminicidio si parla
dappertutto e le sedie vuote si incontrano nelle chiese come nelle portinerie
dei palazzi di giustizia. Non è difficile che un qualche evento pubblico
esponga una scarpa rossa o che a qualche finestra sia appeso un drappo rosso.
Piccoli segni che contano.
Tra le vittime ci sono anche donne provenienti da altri paesi che cercavano un’alternativa alla fame, alla guerra e spesso alla violenza.
Dalla Convenzione di Istanbul del
maggio 2011 al Piano antiviolenza, dalle Risoluzioni ONU all’Agenda per lo
Sviluppo Sostenibile.
Non crediamo sia necessario che ci siano nuove leggi anche
se andrebbero senz’altro discusse urgentemente le proposte già presentate
relative al risarcimento, al sequestro dei beni, alla reversibilità della
pensione che viene data al padre assassino anziché ai figli. Ribadiamo:
attuiamo fino in fondo quelle che già ci sono e diamo i finanziamenti che servono
alla loro applicazione.
“La violenza, influendo
negativamente sui risultati scolastici delle donne, sulle loro capacità di
successo lavorativo e sulla loro vita
pubblica, allontana progressivamente le società dal conseguimento dell’obiettivo
dell’uguaglianza di genere.” ( ONU )
Non perdiamo tempo , agiamo su
quello che abbiamo: ricordiamo gli studi effettuati dal Consiglio d’Europa che
rilevano i dati relativi alle conseguenze sui minori della “violenza
assistita”. Questi bambini-bambine che assistono a maltrattamenti familiari con
grande probabilità saranno portatori di comportamenti violenti in età adulta.
Il superamento riguarda la formazione e la cultura perché è nella scuola che
bambini e bambine, ragazze e ragazzi, uomini e donne si confrontano sui
diritti, sulle dinamiche delle relazioni affettive, nell’identificazione degli
stereotipi di genere o dei comportamenti prevaricanti e aggressivi. Ricordiamo
i dati tragici portati alla luce dal progetto europeo switch-off grazie al lavoro di Anna Costanza Baldry. Le
vittime non sono drammaticamente solo le donne che vogliamo sempre ricordare ma
anche quelle che vengono definite “vittime secondarie” e che sono da sole
un’emergenza: più di 1000 negli ultimi anni. I figli appunto che assistono alla
mattanza.
Il piano della prevenzione è fondamentale: dai nidi alle scuole di ogni ordine e grado, va attuata in tutte le forme quell’educazione all’affettività che è base formativa. Gli intoppi sono molti ed anche qui ci sono spesso battute di arresto.
Condividiamo il suo appello ai
mass media quando invita a parlare dalla parte delle vittime e a smettere di
parlare di raptus perché la maggior parte delle donne uccise aveva già subito
molte minacce e chiesto aiuto. E i messaggi pubblicitari che “ci restituiscono in
larga parte una figura femminile ammiccante, quasi sempre svestita, per vendere
qualsiasi cosa. Sono misure che sminuiscono le donne , le oggettivizzano…. E
gli uomini in giacca e cravatta che conducono programmi televisivi contornati
da vallette seminude. Anche le tv devono prendersi le loro responsabilità”.
I centri antiviolenza, le case
protette devono avere tutto il possibile … parliamo di finanziamenti….per
funzionare!!
Il personale degli ospedali come gli operatori giudiziari devono essere formati, come gia’ si è cominciato a fare. Che ne è del Progetto Viola rivolto ai medici di base?
Ci rivolgiamo a lei, presidente
Boldrini, perché si faccia interprete nelle sedi appropriate presso il
presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, del Senato e presso
il Parlamento tutto , della gravità del momento e della necessità di bloccare
questa situazione , tutti UOMINI e DONNE.
Siamo con Lucia Annibali quando ribadisce
che il femminicidio è un dramma delle donne ma è un problema degli uomini. Di
tutti gli uomini non solo di quelli che definiamo mostri o bestie. La ferocia
che in loro emerge ha un terreno fertile ovunque: nelle famiglie, nelle scuole,
nei posti di lavoro, nella società, nelle quotidiane discriminazioni di cui
sono vittime le donne troppo spesso valutate ancora per le loro qualità di
mogli fedeli, madri devote, compagne, vallette , modelle.
Senonoraquando Venezia Venezia-Mestre 16 giugno 2016
ECCO IL SERVIZIO DI RAI 3 SULLA GIORNATA NEL TG3 (clicca il link)
ECCO UNA SELEZIONE DELLE FOTO DELLA GIORNATA
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