venezia 13 febbraio 2011

venezia 13 febbraio 2011
VENEZIA 13 FEBBRAIO 2011 - (manifesto - su idea di Chiara Mangiarotti, realizzazione di Giulia Pitacco)

Gruppo di lavoro: DONNE, FIGLI E LAVORO


Programma per la giornata di sabato 25 Gennaio a Verona.
Per cominciare a lavorare sul tema proposto da Gigliola per la mozione 2 in assemblea nazionale a Roma, questo è l'oggetto:
Proponiamo il tema “DONNE, FIGLI E LAVORO” ovvero la mancanza di libertà delle giovani donne e giovani coppie.
Perché ogni donna possa provare a scegliere come vuole essere donna. Parliamo di figli perché i figli hanno anche un padre, la conciliazione/condivisione non riguarda solo le donne (è necessario ragionare sugli stereotipi legati alla maternità e paternità attuali).
Intendiamo coinvolgere le giovani donne che oggi più di sempre trovano nel lavoro un muro nella loro possibilità di autodeterminazione anche per le discriminazioni e difficoltà in più, oltre la crisi, che ancora le toccano. In questo tema rientra quello dei tempi di vita, della sanità e dei servizi (non ultima la completa applicazione della Legge 194)."
Come contributo alla discussione vi allego un'analisi della situazione di Verona e un po' più allargata sulla scelta di maternità. E' stata presentata da Maria Geneth, ginecologa dell'Aied, Presidente del Filo di Arianna e snoqer dal principio, ad un convegno il 30 novembre.
L'appuntamento è a Verona, sabato 25 gennaio, dalle 11.00 alle 19.00, in PIAZZA BRA' presso il Municipio, palazzo Barbieri, in Sala Blu. Accesso più semplice dall'"Entrata Dipendenti", non c'è numero civico, lato verso l'Arena, di fronte alla Banca Barclays, piazzetta Municipio.
Avremo a disposizione proiettore, microfoni, collegamento internet e registrazione audio dell'incontro in formato mp3.
Programma:
11.00 - 13.30: Sessione CONTENUTI:
Condivisione e riepilogo documenti dei diversi comitati presenti. (qualora li abbiate già predisposti vi chiediamo di inviarceli per poterli condividere tra tutte le partecipanti prima dell'incontro) Discussione su tutti i contenuti emersi, uno per uno cercheremo di approfondirli e capire i punti di contatto, le convergenze, le diverse vedute.
13.30 - 14.20: pranzo semplice concordato con il bar dentro lo stesso palazzo, se mi dite in quante venite concordiamo un buon prezzo.
14.30: ancora contenuti cercando di trovare una sintesi chiara e condivisa.
15.30: spiegazione di come utilizzare al meglio la piattaforma. Se portate con voi un portatile potete seguire i passaggi proiettati in tempo reale.
16.10: sessione creatività: brain storming su come potrebbe essere impostata una nuova campagna sul tema "maternità, figli e lavoro" ; solo alcuni esempi, chi coinvolgere, target, con quali linguaggi, come contattarli, in quali luoghi, ecc
18.30: riepilogo
Snoq Verona,
         Contributo di Maria Geneth
La scelta di maternità
tab 1
Sono MG, faccio la ginecologa; lavoro da molti anni presso il cons privato AIED, ass it ed demo; sono presidente dell'ass cult femminista Il Filo di Arianna. Ringrazio il comitato scientifico per avermi invitata a parlare di argomenti che mi appassionano, ringrazio Elisabetta Arrigoni del gruppo Eufrasia e Lilli Sannini del Filo di Arianna per l'aiuto che mi hanno dato. Per introdurre il tema voglio mostrarvi alcuni dati italiani, ad un primo sguardo poco coerenti
tab 2
In Italia:
Riduzione della natalità: nascono sempre meno bambini, si calcolano 1, 39 figli per donna n°medio figli per donne 15-49aa
Interruzione volontaria di gravidanza: il numero delle IVG  è in costante calo, con una riduzione del 54,7% dal 1982  ad oggi
Metodi contraccettivi: la percentuale di utilizzo è tra le più basse in Europa
se nascono pochi bambini sarà perchè si usano molto i contraccettivi o si fanno molti aborti...
tab 3
Le donne, in Italia:
   il 24% delle donne sono laureate, contro il 15 % degli uomini
   il 48% delle donne (dai 16 ai 55 anni) lavora,  contro la media europea del 59 %
se non lavorano avranno più tempo per crescere i figli.....
come mai in una società sempre più tecnologica chi ha più preparazione lavora meno??   
(VEDI IL DOCUMENTO COMPLETO............) 

Il 2014 sarà un anno di svolta?
Analisi e prospettive dell'economia italiana 
(Antonella Crescenzi)
Un anno, dodici mesi, è sicuramente un arco di tempo troppo limitato per poter valutare con efficacia lo stato e le prospettive dell'economia. Eppure, la storia insegna che a volte eventi imprevisti, unendosi a moti profondi e sotterranei della società, si catalizzano in un unico momento, imprimendo cesure e cambi di passo all'evoluzione dei fenomeni economici. Per rimanere negli ultimi cinquanta anni, possiamo, ad esempio, identificare alcuni "punti di svolta": il 1971, con la sospensione della convertibilità dollaro-oro decretata dagli Stati Uniti che ha provocato l'abbandono degli accordi di Bretton Woods e del sistema dei cambi fissi; il 1973, con la guerra del petrolio che ha comportato l'inversione pressoché permanente delle ragioni di scambio tra paesi industrializzati e paesi produttori di materie prime; il 1989, con la caduta del Muro e la progressiva apertura economica dei mercati dell'Est; il 2002, con l'entrata in vigore dell'euro nei paesi aderenti all'Unione Economica e Monetaria dell'Unione europea; il 2008, con il fallimento della Lehman Brothers, innesco della Grande Crisi diffusasi dagli Stati Uniti a tutto il mondo, micidiale per l'Europa, di cui ha mostrato -e continua a mostrare- le gravi carenze istituzionali, drammatica per l'Italia, ancora avvolta nelle sue spire.
Allora, ci domandiamo, il 2014 sarà un anno di svolta? Distinguiamo subito.
(VEDI IL DOCUMENTO COMPLETO......... ) 
https://docs.google.com/document/d/17TVkaRr32ZEPUNDVBUGt_XdQaBaqoqMH4yHuvON8hj0/edit#

 Rita Cavallari 27 Dicembre 2013
Spunti di riflessione per l'incontro del 25 gennaio 2014

Il primo appello di Se non ora quando? si rivolgeva agli uomini e li invitava all'amicizia con le donne.
E’ il momento di rinnovare quell’invito e di lavorare insieme affinché il cambiamento indotto dalla libertà femminile, che ha scardinato il vecchio ordine, sia davvero un cambiamento e non una illusione. La libertà deve acquistare sostanza modificando regole, valori, priorità.
La libertà femminile, se procede incurante dell’altro, genera paura e violenza, solitudine e rancore.
Condivisione, invece, è la parola di oggi e di domani, quella che ci consentirà di affrontare insieme il mondo con le sue bellezze e i suoi mali, con le sue sofferenze e le sue sfide e speranze.
Cominciamo da adesso! Condividiamo una grande campagna rivolta alla politica, alla società, alla cultura, che, partendo dalla libertà delle donne, metta al centro il destino dei figli: dei bambini già nati, così poco accolti ed accettati, di quelli solo desiderati, che tante e tanti vorrebbero far nascere ma ne sono impossibilitate/i, dei giovani, spinti dalla società -e spesso dagli stessi genitori- a fuggire dall’Italia.

(VEDI IL DOCUMENTO COMPLETO.........)


UNA DONNA AL TOP NON FA PRIMAVERA 
di Sara Ventroni sull'Unità del 31/12/2013
“Quando una donna fa politica, cambia la donna. Quando tante donne fanno politica, cambia la politica”. Così parlò Michelle Bachelet, molto prima della sua rielezione a Presidente del Cile. Ecco, l’almanacco di quest’anno è stretto tra la morte di Margaret Thatcher, l’autarchica Lady di ferro, e il successo – anche se nella voragine dell’astensionismo – di una donna tra le donne. 
In questo spazio bianco cadono le contraddizioni del presente, le sfide del domani e tutti i luoghi comuni, compresa l’idea che un incarico di responsabilità affidato a una donna sia il vessillo sotto il quale le altre ascendono di diritto. In quanto donne.
Se ancora nel terzo millennio un donna in posizione apicale è intesa come una metafora salvifica di genere, possiamo stare certi che la salute di tutte le altre non è per niente buona.
Christine Lagarde è al Fondo Monetario Internazionale. Janet Yellen è la prima donna alla guida della Federal Reserve. Angela Merkel stravince in Germania e resta la Signora dell’Europa. E allora?
Al netto di un giudizio sul loro operato, non dovremmo meravigliarci di un orrendo tailleur viola al posto di un altrettanto orrendo doppiopetto di lana pettinata. E invece ci si continua a stupire, come se una donna seduta a capotavola fosse bizzarra, e sola, – direbbe il poeta Laforgue – come un ombrello sopra una macchina da cucire.

(VEDI IL DOCUMENTO COMPLETO.......)


Lettera di Ilaria: libere di scegliere non equivale a libere di abortire
14 gennaio 2014
Roma, 11 ottobre 2012, flash mob delle educatrici degli asili nido
Ciao, mi chiamo Ilaria, ho 37 anni, sono laureata in pedagogia e faccio la baby sitter in nero. Ho deciso di scrivervi perché comincio ad essere davvero infastidita e nauseata dal ritornello  che sento ripetere ultimamente e che associa la libertà di scelta e l’autodeterminazione unicamente all’aborto. Ho deciso di scrivere a voi perché in questo blog mi pare di leggere analisi e riflessioni che si spingono un po’ oltre la retorica comune o almeno vedo lo sforzo di farlo. Per cui spero che vorrete dare spazio anche alla mia storia e condividerla.
(VEDI IL DOCUMENTO COMPLETO........) 


Eva Provedel 26 Novembre 2013
 
E' stato un confronto ricco e stimolante. Mi sono ritrovata in tre punti fondamentali:
1. Siamo protagonisti di un cambiamento epocale della relazione di coppia e tra i generi, dove Due, pari e diversi, si amano in libertà, senza che nessuno possieda l'altro. Una cosa interessante che ho capito è che l'amore tra madre e figlio dev'essere mediata dal padre, affinché il figlio si distacci dal pensare e sentire che la madre è "sua", e quindi non trasferisca questo alle donne che incontrerà da grande, maturando invece un approccio e un rapporto paritario e libero con loro.
2. E' assolutamente essenziale che gli uomini partecipino insieme alle donne alla costruzione di questo nuovo mondo con nuove relazioni, e si mettano in gioco con le loro emozioni (il loro femminile!), esprimendosi dal loro punto di vista personale (ognuno e ognuna parta dal sé! - concetto base del coaching). Allo stesso tempo è necessario che le donne lascino spazio agli uomini nella cura dei figli, che lascino andare un po', che non debbano sempre controllare tutto o sentirsi in colpa. Oltre tutto, questo lascerebbe molto più spazio alle donne di dedicarsi al lavoro e ai propri interessi, estendendone le responsabilità ai più alti livelli decisionali della società, dove ancora sono troppo poco presenti, e riequilibrando il mondo!
3. E' fondamentale riconoscere e valorizzare le differenze. Non possiamo e non dobbiamo appiattire il genere femminile e il genere maschile in un neutro unico e uguale per tutti. Quello che possiamo invece fare è parlarne, confrontarci, diventare consapevoli di queste differenze, che ci sono perché donne e uomini sono diversi, per fortuna. Le differenze arricchiscono e completano, e noi dobbiamo creare una società che le accolga e le valorizzi. Ovviamente se domina una parte sola, tutti quanti ci perdiamo, mentre se riusciremo a far rilucere ciascuna parte della sua luce e unire i colori in un quadro, arricchiremo tutte e tutti.


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