venezia 13 febbraio 2011

venezia 13 febbraio 2011
VENEZIA 13 FEBBRAIO 2011 - (manifesto - su idea di Chiara Mangiarotti, realizzazione di Giulia Pitacco)

martedì 13 novembre 2018

NO AL DDL PILLON Venezia 10 Novembre 2018

Venezia 10 novembre 2018
CAMPO S.GIACOMO RIALTO ore11.30

NOI DONNE DI senonoraquando venezia
ADERIAMO
ALLA MOBILITAZIONE NAZIONALE
PER CHIEDERE IL RITIRO DEL DECRETO PILLON
NO AL DDL PILLON
Il ddl Pillon interviene pesantemente nel diritto di famiglia e nelle vicende di separazione e divorzio.
NO perché privo di qualunque laicità di principio e di fatto.  Per famiglia intende solo quella formata da padre e madre, cancellando così le famiglie omogenitoriali e i loro figli.
NO perché introduce la figura della mediazione familiare obbligatoria, a pagamento,  favorendo la lobby dei consulenti mediatori che nessuno ha mai scelto in barba al lavoro dei consultori e dei centri per l’infanzia.
NO perché minimizza l’istituto dell’affido condiviso: qualsiasi ipotesi di modifica normativa non può non tenere in debito conto prioritariamente del  diritto dei figli a vivere in un contesto connotato da effettivo benessere, in linea con un affido che non stravolga  ritmi, abitudini, frequentazioni, punti di riferimento, tempi e spostamenti.

Nella consapevolezza della complessità e delicatezza che caratterizzano le relazioni nelle situazioni di separazioneun attento legislatore dovrebbe evitare di avallare normativamente i comportamenti di quei genitori che, in nome di un assai discutibile concetto di bigenitorialità, considerano i propri figli alla stregua di pacchi. Meglio sarebbe, ragionevolmente, sollecitare la ricerca di soluzioni che possano coniugare adeguatamente le ipotesi di tempi e domicili paritari, soprattutto in riferimento alla scuola, alle amicizie (abitazione, vicinanza di nonni o altri familiari) supportando i genitori nella gestione quotidiana e nella conciliazione tra lavoro e vita. Riteniamo che un affidamento minorile egualitario non si misuri con l’orologio, né tantomeno con le inevitabili rigidità di un ‘piano genitoriale’.  Fatti recenti ci portano a riflettere su quanto detto.
A Taranto dopo un litigio al telefono con la ex moglie, un uomo ha accoltellato il figlio di 14 anni che è riuscito a scappare e poi ha lanciato la figlia di 6 anni dal balcone. Tutto è avvenuto nella casa dei genitori di lui, a cui erano stati affidati i nipoti a causa delle denunce per maltrattamenti  in famiglia per cui l’uomo aveva perso la responsabilità genitoriale. Vani sono stati i tentativi dei parenti di fermarlo.
La bigenitorialità, che viene presentato dai suoi sostenitori come un provvedimento con valenza positiva   di fatto non solo escluderebbe i bambini da ogni decisione quando i genitori si separano, ma li costringerebbe in situazioni di pericolo  a continuare a frequentare il genitore violento. “Il punto di vista del bambino, dovrebbe essere sempre preso in considerazione in tutte le decisioni che lo riguardano.” Come dice l’articolo 12 della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia  dell’89.
NO perché elimina l’assegno di mantenimento e  rende obbligatorio il mantenimento diretto favorendo così il coniuge più forte.
NO perché ignora la realtà che sta dietro a moltissime separazioni e la pesantissima situazione italiana per quel che riguarda le violenze domestiche nei confronti di donne e bambini.

A sottolineare la portata culturale e politica cui mira il ddl  Pillon stanno le dichiarazioni dello stesso Pillon e del ministro della famiglia Fontana: indissolubilità del matrimonio, abolizione della 194.
Come dire che le grandi conquiste del movimento femminista sono tutte cancellate, ma questo oscurantismo non passerà. La grande manifestazione di Verona lo ha ribadito in maniera forte. Ai gruppi pro-Life vogliamo ricordare le battaglie delle donne, femministe e non, contro l’aborto clandestino perché rifiutiamo di classificare  gruppi contro o per la vita.












Abbiamo difeso la dignità delle donne nella scelta consapevole della maternità e il diritto di tutti alla corretta educazione sessuale come strumento primo della formazione. Abbiamo sempre chiesto il potenziamento dei consultori e forse è anche per un  raggiungimento, seppur non completo, di questi obiettivi che le interruzioni di gravidanza negli ultimi 10 anni si sono ridotte nel Veneto da 7000 a 5000.
SCENDIAMO IN PIAZZA PER FERMARE QUESTA RIFORMA CHE SCARDINA IL NOSTRO DIRITTO DI FAMIGLIA E CHE IGNORA I BISOGNI E I DIRITTI DEI MINORI
Senonoraquando venezia                                      10 novembre 2018



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