venezia 13 febbraio 2011

venezia 13 febbraio 2011
VENEZIA 13 FEBBRAIO 2011 - (manifesto - su idea di Chiara Mangiarotti, realizzazione di Giulia Pitacco)

venerdì 10 aprile 2020



Firmiamo per l'aborto farmacologico durante l'emergenza COVID-19!


Firmiamo per l'aborto farmacologico durante l'emergenza COVID-19!

Pro-Choice R.
 ha lanciato questa petizione diretta a: 
Presidente del Consiglio dei Ministri - Ministero della Salute
In questo momento storico, in cui il Governo e tutta la società si trovano a gestire l’emergenza da COVID-19, riteniamo doveroso tutelare la salute e i diritti delle donne, nel rispetto di tutte le misure necessarie per contenere e contrastare il diffondersi della pandemia. Durante questa fase di emergenza sanitaria, se le donne incontrano difficoltà ad accedere ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza rischiano di superare i limiti temporali entro i quali la Legge 194/78 prevede il diritto di interruzione. Questo rischio è maggiore per le donne che vivono in condizioni di alta marginalità e vulnerabilità (per esempio: violenza domestica, condizioni precarie di salute o positività a COVID-19). Per garantire l’assistenza e contenere le occasioni di contagio, Pro-choice Rete italiana contraccezione e aborto (Pro-choice RICA), Libera Associazione Italiana  Ginecologi per l'Applicazione legge 194 (LAIGA), l’Associazione Medici Italiani Contraccezione e Aborto (AMICA), l’Associazione Vita Di Donna ONLUS  hanno scritto una lettera alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero della Salute e all’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) affinché siano adottate misure urgenti per garantire ad ogni donna, sull’intero territorio nazionale, l’accesso al servizio di interruzione volontaria di gravidanza (IVG).  
La società civile chiede che le autorità competenti ascoltino la richiesta delle associazioni firmatarie della lettera e adottino al più presto le misure proposte, in linea con quanto già fatto da altri governi in Europa, primi tra tutti Francia e Inghilterra.  
1)     Ammettere al trattamento le donne in gravidanza con amenorrea fino a 63 giorni (nove settimane), invece che fino a 49 giorni (sette settimane); 
2)     Eliminare la raccomandazione del ricovero in regime ordinario dal momento della somministrazione del mifepristone al momento dell’espulsione;
3)     Introdurre il regime ambulatoriale (“at home” nella letteratura scientifica) che prevede un unico passaggio nell’ambulatorio ospedaliero o in consultorio, con l’assunzione del mifepristone e la somministrazione a domicilio delle prostaglandine, procedura già in uso nella maggior parte dei paesi europei;
4)     Ammettere una procedura totalmente da remoto, monitorizzata da servizi di telemedicina, come è già avvenuto in Francia e nel Regno Unito, in via transitoria, in situazione di particolare difficoltà e in relazione all’attuale stato di emergenza. 

CLICCA IL LINK SOTTOSTANTE

Nessun commento:

Posta un commento