venezia 13 febbraio 2011

venezia 13 febbraio 2011
VENEZIA 13 FEBBRAIO 2011 - (manifesto - su idea di Chiara Mangiarotti, realizzazione di Giulia Pitacco)

lunedì 2 giugno 2014

PRIMO RISULTATO DELLA MOBILITAZIONE DELLE DONNE IN REGIONE : BOCCIATI EMENDAMENTO E REGOLAMENTO



PRIMO RISULTATO DELLA MOBILITAZIONE DELLE DONNE IN REGIONE : BOCCIATI EMENDAMENTO E REGOLAMENTO

IO DECIDO SUL MIO CORPO SULLA MIA VITA SEMPRE !

E’ stato detto NO ad una proposta che ci avrebbe rimandato indietro di 40 anni,  al  ’74, quando dopo l’istituzione dei Consultori Familiari  iniziò  e si ampliò sempre più un processo di disinformazione che voleva  i consultori segnati ideologicamente e connotati come “ i luoghi dell’aborto”, in cui le donne avrebbero trovato la strada spianata per le interruzioni volontarie di gravidanza.
I fatti, hanno dimostrato il contrario.

IL 27.07.2012 VIENE APPROVATA LA LEGGE REGIONALE  DEL VENETO N° 27 “ DISCIPLINARE LE INIZIATIVE DI   PROMOZIONE DEI DIRITTI ETICI E DELLA VITA NELLE STRUTTURE SANITARIE E SOCIO-SANITARIE” .

IL 25.03.2014 LA GIUNTA REGIONALE INVIA LA PROPRIA PROPOSTA DI REGOLAMENTO REGIONALE RECANTE LE DISPOSIZIONI ATTUATIVE ALLA COMPETENTE COMMISSIONE CONSILIARE PER IL PARERE.

La proposta della Giunta Regionale prevede che la diffusione e la divulgazione dell’informazione sui diritti etici e della vita avvengano per mezzo di documentazione collocata in un luogo di alta visibilità nei consultori familiari e nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie e che il materiale sia esposto unicamente dal personale della struttura. Non è consentito alle associazioni di volontari interloquire direttamente all’interno delle strutture pubbliche con le persone utenti del servizio.

La proposta di modifica al Regolamento ( Emendamento)  presentata dal presidente Padrin prevede che spazi idonei nei punti di accesso principale delle strutture sanitarie vengano messi a disposizione dei volontari per la diffusione e la divulgazione dell’informazione della propria Associazione in tema di questioni etiche e della vita. Viene così cancellato il Comma 3 dell’art. 5 sul divieto per i volontari di interloquire con le / gli utenti .


SENONORAQUANDO VENETO ha invitato alla mobilitazione e indetto un presidio il 29 maggio scorso davanti alla sede della Regione in occasione dell’audizione presso la V Commissione Consiliare.
Sono state fondamentali  le adesioni : Consulta delle Cittadine Comune di Venezia-  CGIL VENETO – CGIL VENEZIA – SPI CGIL VENETO - SPI CGIL VENEZIA - Gruppo  EMERGENCY VENEZIA  -  TELEFONO ROSA sez.  Treviso -  AIDM Associazione Italiana Donne Medico sez.  Treviso – Coordinamento LGBT  Treviso –  Questione di Genere di  Treviso – U.D.U.  Venezia -   Circolo UAAR di Venezia  - CVZ  Comitato Violenza Zero San Donà  di Piave – Associazione Gruppo Donne Preganziol – IL MELOGRANO  Centro informazione maternità e nascita Treviso -   SNOQ TRENTINO – SNOQ BOLZANO

Nello stesso pomeriggio ci sono state due audizioni su questo tema, che ha visto impegnate le donne di SENONORAQUANDO Veneto e della Consulta delle Cittadine del Comune di Venezia; audizioni che hanno aperto il dibattito all’interno della V Commissione.
L’emendamento proposto ha visto la maggioranza dei voti contrari e la proposta della Giunta ha visto la V Commissione divisa a metà tra favorevoli e contrari.
Non è stato  approvato l’emendamento che, con la presenza di volontari nelle strutture pubbliche e nei Consultori autorizzati a svolgere attività inerenti la diffusione e la divulgazione dell’informazione in tema di questioni etiche e della vita, lo ribadiamo, metteva in discussione la capacità degli operatori, l’efficacia del loro intervento e la loro formazione in questo campo; soprattutto, metteva in discussione l’autorevolezza delle persone rispetto alle proprie scelte di vita.
Le argomentazioni di SENONORAQUANDO Veneto sono state presentate dalla dott.ssa Gigliola Tessari, ginecologa e psicoterapeuta che, per la sua attività trentennale nel Consultorio Familiare di Vittorio Veneto, ha conoscenza diretta del funzionamento dei servizi e del ruolo degli operatori.
 Gli operatori delle strutture sanitarie e sociosanitarie svolgono il loro intervento nel rispetto dei principi etici e delle convinzioni personali degli utenti prescindendo dai propri orientamenti personali; il ruolo dell’informazione viene situato in una relazione operatore/utente tale da permettere un processo di elaborazione della richiesta, per arrivare ad un consenso informato.
I Consultori insieme alle altre strutture sociosanitarie  hanno dimostrato di essere i luoghi della prevenzione, proprio per le interruzioni volontarie di gravidanza e la tutela sociale della maternità;
i dati nazionali sul calo costante del ricorso alle I.V.G., la bassa percentuale di abortività tra le giovani parlano chiaro anche del lavoro capillare di informazione  nel territorio e di educazione nelle scuole.
Per arrivare a questo l’operatore deve lavorare “ senza memoria e senza desiderio”. Al centro deve essere posta la persona che si presenta con le sue fragilità e criticità, nei vari momenti della sua vita: gravidanza, contraccezione, malattia, vecchiaia…; la complessità che ogni situazione presenta deve poter essere accolta in un clima di ascolto e di fiducia.
                                                                                         SENONORAQUANDO VENETO
Mestre 30 maggio 2014







*AUDIZIONE DI SNOQ VENETO:       

Spettabile Commissione, siamo qui in rappresentanza dei Comitati SNOQ del Veneto: Simonetta Luciani SNOQ Venezia, Aurora Munarin SNOQ Mogliano Veneto; io sono Gigliola Tessari SNOQ Vittorio Veneto. Sono stata delegata a presentare le argomentazioni di SNOQ Veneto come ginecologa e psicoterapeuta che, per la sua attività trentennale nel Consultorio Familiare di Vittorio Veneto, ha  conoscenza diretta dell’operatività dei servizi e della funzione degli operatori pubblici.... vedi il documento clicca il link:









*AUDIZIONE DELLA CONSULTA DELLE CITTADINE 
- FRANCA MARCOMIN 


Intervento di Franca Marcomin il 29/5/14 in V Commissione consiliare della Regione.
Vi ringrazio dell'audizione della Consulta delle Cittadine e vi porto i saluti della Presidente Maria Teresa Menotto, che non è potuta intervenire oggi. Siamo un organismo di partecipazione del Comune di Venezia formata dalle rappresentanti di circa trenta Associazioni di donne del territorio. Molte donne delle Associazioni sono oggi fuori a manifestare contro la proposta di modifica del Regolamento presentato dalla Giunta della legge regionale N. 27 del 2012 proposta dalla vostra commissione.

Noi siamo contro questa modifica perchè la Legge dello Stato N. 194 del 1978 sulla Tutela della maternità è a nostro avviso una buona legge che permette l'obiezione di coscienza al personale medico e di assistenza diretta per le interruzioni di gravidanza, e già contiene la possibilità di poter fornire informazioni da parte di associazioni di volontariato in aiuto alle maternità difficili...



ECCO IL RESOCONTO DELLA REGIONE


Volontari negli atrii, regolamento respinto
29 maggio 2014 - Resta per ora inapplicata la legge che autorizza la presenza delle associazioni che promuovono i diritti etici nelle strutture ospedaliere e nei consultori. La commissione Sanità, chiamata a pronunciarsi sulla proposta di regolamento attuativo, non ha espresso parere favorevole né alla proposta di regolamento fatta dalla Giunta, che consente la sola divulgazione di materiale informativo in apposite bacheche, né alla proposta elaborata dal presidente della commissione Leonardo Padrin, che voleva autorizzare anche la presenza e l’attività dei volontari delle associazioni nelle strutture sanitarie, circoscrivendola solo agli spazi di accesso (atriii e corridoi)...vedi il documento clicca il link:








 IL Mattino di Padova      29.05.2014

Antibortisti nei consultori: sit-in delle donne

Oggi la commissione sanità discute l’emendamento di Padrin: protesta davanti a palazzo Ferro-Fini
VENEZIA. In Regione si riapre un capitolo sensibile, che investe la bioetica, il rispetto della legge che regola l’interruzione della gravidanza e la politica contraccettiva. Oggi il movimento delle donne Senonoraquando, che raggruppa varie associazioni venete di genere, manifesterà davanti a Palazzo Ferro-Fini in concomitanza con la riunione della commissione sanità il cui presidente, Leonardo Padrin (Fi) è autore di un emendamento al regolamento in discussione che autorizza, tra gli altri, i rappresentanti del Movimento per la vita - la principale organizzazione anti-abortista - a presenziare fisicamente nei consultori familiari e nelle strutture sanitarie, con diffusione e divulgazione di materiale informativo e facoltà di interloquire con le persone utenti di servizio (eventualità, questa, proibita dal testo di legge originale). Le donne militanti chiedono a gran voce la bocciatura di questa proposta: «Riteniamo che davanti a scelte di implicazioni etiche, cui la legge richiama, il giudizio debba essere sospeso e le donne e gli uomini debbano essere lasciati liberi nelle loro scelte consapevoli», afferma una nota di Senonoraquando «la presenza di volontari di qualsiasi associazione nella struttura pubblica è ingiustificata e irrispettosa della serenità operativa in un luogo di salute ed è inequivocabilmente un mezzo di pressione psicologica contraria alla libera scelta ed all’autodeterminazione delle donne». Tant’è. Le associazioni manifesteranno con un presidio davanti alla sede del Consiglio regionale a partire dalla 15.30 e in seguito una delegazione sarà ricevuta dai commissari. Sostegno all’iniziativa anche da parte della Cgil, che parteciperà alla protesta: «L’emendamento Padrin», sostiene una nota diffusa dal sindacato è irricevibile. A fronte di un complesso confronto politico oggi, con scarso senso di responsabilità, qualcuno punta a reintrodurre, in piena violazione della libertà di scelta delle persone e prima di tutto delle donne, in spregio al diritto alla privacy e al concetto di laicità che deve sempre caratterizzare i soggetti preposti all’erogazione di un pubblico servizio, a maggior ragione quando ci si trova di fronte alla decisione,




A cura di Q-Generation

Veneto – Respinto l’emendamento che avrebbe dato più spazio alle associazioni antiabortiste negli ospedali e nei consultori

Non saremo mai come volete voi!

30 / 5 / 2014
Bocciatura sia per il testo del centrodestra sproporzionatamente a favore dei volontari prolife, sia per la proposta della giunta che avrebbe voluto mettere a disposizione bacheche (dis?)informative.
Resta allora in vigore il regolamento della legge 27 per “disciplinare le iniziative di promozione dei diritti etici e della vita nelle strutture sanitari. Cosa possiamo dire? A nostro parere di sicuro questa è una vittoria di coloro che hanno avuto sguardo attento e si sono prodigati per denunciare la gravità di quanto stava per accadere. Pericolo scampato? Se guardiamo le condizioni attuali, il Veneto è la regione dove la percentuale dei medici obiettori arriva ad oltre l’80%. I movimenti per la vita si sono finora più volte ritrovati  per preghiere lunghe giornate intere davanti agli ospedali, con cartelloni dalle scritte inquietanti, rosari, crocifissi, immagini perturbanti di feti morti e bambolotti in braccio. Certo che è meglio che non esista una legittimazione ufficiale che permetta loro di parlare con gli/le utenti, ma è indiscutibile che i loro messaggi, anche se venisse rispettato il divieto di interloquire, possano produrre effetti devastanti giungendo alla voluta destinazione: donne, in particolare. Donne che per i più svariati motivi decidono di non portare avanti una gravidanza, e che si consegnano alle cure sanitarie che dovrebbero garantire sicurezza, accessibilità, rispetto, riservatezza, laicità, sospensione del giudizio e diritti. L’autodeterminazione di ciascuno, e delle donne nello specifico caso, va salvaguardata, così come la libertà di scelta e la possibilità di decidere sul proprio corpo e sulla propria vita. Il corpo delle donne! E’ vero che sembra  assurdo usare ancora queste parole, eppure bisogna, perché non è una questione superata: in nome delle donne e sui loro corpi  troppo spesso viene esercitato quel senso di superiorità morale che dice “vi tutelo, a costo di togliervi l’autodeterminazione”, viene imposta una visione manichea (sante e puttane), buone solo se votate alla prole, buone solo se preservano "lo scopo per cui son nate", cattive altrimenti. Cattive se abortiscono, cattive se vogliono vivere liberamente i propri desideri, cattive se sono irriverenti, se scendono in piazza a protestare, se vestono come “non si conviene”, indecorosamente… Vittime o colpevoli.
Ecco il backgraund culturale che accompagna quella che è la presenza degli integralisti presso le strutture sanitarie: rimproverare, salvare, indurre, giudicare, dire cosa è bene e cosa è male, condannare, limitare la libertà. Discriminare, attribuendo all’uno o all’altro sesso (per non parlare di tutte le sfumature di genere negate e ritenute innaturali!) ruoli, comportamenti, mansioni, atteggiamenti, diritti e doveri già scritti e definiti. Controllare, disciplinare.
Il campo di battaglia non è quindi pacificato: il valore della vita per noi è un’altra cosa. Vita è non essere massacrate/i dalla crisi, dalla mancanza di reddito, da condizioni di lavoro non dignitose e non sicure, dall’inadeguatezza dei servizi, è avere il diritto di spostarsi nel mondo e per il mondo, è accogliere le differenze come fonte di ricchezza, è poter avere un tetto, è non inchinarsi davanti a nessun padrone, è non sottostare ad alcun ricatto,  è il continuo aspirare alla libertà e alla felicità condivisa.
Non saremo mai come volete voi.



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